In Abruzzo, nel 2017, il 30% della popolazione di età compresa tra i 16 e i 74 anni ha ordinato beni o servizi online per uso privato. Il dato colloca la regione in 17esima posizione, nella parte bassa della classifica, guidata dalla Provincia autonoma di Trento (42,7%), dalla Valle d’Aosta (41%) e dall’Emilia Romagna (39%) e chiusa da Puglia (23,4%), Calabria (22,1%) e Campania (21,9%). E’ quanto emerge da un approfondimento di Confartigianato Abruzzo, che ha elaborato i dati contenuti in un’indagine del Centro studi della Confederazione nazionale.
Il 15,1% degli abruzzesi (18,8% in Italia), nel 2017, ha utilizzato appositi siti web o app per smartphone, come AirBnb o simili, per trovare un alloggio – camera, appartamento, casa vacanza – contattando direttamente un privato. In valore assoluto sono 104mila gli abruzzesi che hanno utilizzato servizi del genere.
La percentuale scende al 3,6% (analoga alla media nazionale) per quanto riguarda l’utilizzo di siti web ed app, come BlaBlaCar, per usufruire di un servizio di trasporto contattando direttamente un privato.
Per quanto riguarda le truffe, le frodi e i delitti informatici in Abruzzo, i reati denunciati nel 2016 sono 255 (268 in Italia).
“Lo sviluppo dell’economia digitale – rileva Confartigianato Abruzzo – sta portando alla crescita di forme di economia collaborativa, la cosiddetta sharing economy, riferite a modelli imprenditoriali sviluppati attraverso piattaforme di collaborazione che creano un mercato aperto per l’uso temporaneo di beni o servizi spesso forniti da privati. Se da un lato la sharing economy può fornire vantaggi ai consumatori (accesso a nuovi servizi, ampliamento della gamma di scelta di prodotti e servizi a prezzi più bassi, utilizzo più efficiente delle risorse contribuendo alla transizione verso l’economia circolare), dall’altro può rappresentare una minaccia per le imprese”.
“In particolare – aggiunge l’associazione – si evidenzia la minore distinzione delle figure di consumatore e prestatore di servizi, lavoratore subordinato e autonomo, o la prestazione di servizi a titolo professionale e non professionale; si assiste ad una crescente incertezza sulle norme applicabili, con il rischio che si sfruttino le ‘zone grigie’ normative per aggirare le norme intese a tutelare l’interesse pubblico”.
“Se il suggerimento agli utenti è quello di prestare attenzione, utilizzando solo servizi e piattaforme realmente affidabili, alle imprese rinnoviamo l’invito a percorrere la strada dell’innovazione: in un momento estremamente particolare, in cui il web apre a nuove frontiere prima inimmaginabili, è fondamentale saper stare al passo coi tempi e sfruttare tutte le opportunità che le nuove tecnologie sono in grado di offrire. Gli esempi virtuosi – conclude Confartigianato regionale – esistono anche in Abruzzo e dimostrano che i nuovi strumenti digitali sono una delle strategie vincenti per affrontare un mercato che cambia e per contrastare la crisi”.