In Abruzzo, quest’estate, arriveranno oltre 1 milione e mezzo di visitatori. Confartigianato chiede un progetto regionale per valorizzare il territorio e rilanciare l’economia locale.
L’Abruzzo, questa estate, sarà invaso da 1,5 milioni di visitatori, di cui il 12,2% stranieri.
La permanenza media, intesa come numero di presenze per ogni arrivo, sarà di 4,6 giorni.
E’ quanto dice un’indagine effettuata da Confartigianato.
Daniele Giangiulli, direttore regionale di Confartigianato, lancia un monito alle istituzioni regionali, Regione e Camere di commercio in primis.
“Serve un progetto articolato di valorizzazione del nostro territorio che miri ad esaltarne le eccellenze -spiega Giangiulli- e che sia finalizzato allo sviluppo di un percorso formativo degli operatori di settore, non sempre impeccabili dal punto di vista professionale.”
I dati, riferiti ai mesi estivi di due anni fa, evidenziano che Teramo è la provincia con il più alto numero di giornate per presenza di turisti, 7, e 12,1 presenze per abitante. Nella provincia di Pescara, invece, si registra il più alto tasso di presenze di stranieri (15,8%) rispetto al 14,1 di Teramo. Subito a ruota le provincie di Chieti e L’Aquila, rispettivamente con il 10,9% ed il 7,4% di turisti stranieri presenti.
L’artigianato ha un peso specifico nel comparto turistico abruzzese dove le imprese artigiane di settore sono 5.098, pari al 15,3% del totale del comparto.
Sono concentrate per lo più nell’abbigliamento, nelle calzature, nell’agroalimentare, nei ristoranti, nelle pizzerie e nelle altre attività manifatturiere e dei servizi.
La maggior parte delle aziende artigiane del settore del turismo sono in provincia di Teramo (1.473), anche se in calo del 3% rispetto al primo trimestre del 2013.
Segue per numero la provincia di Chieti con 1.394 aziende, che scendono dello 0,9% rispetto al 2013. Le aziende teatine sono concentrate per lo più nell’agroalimentare (436) ed in altre attività manifatturiere (307).
A Pescara le imprese artigiane del turismo sono 1.174 specializzate, in particolare, nei settori alimentari, dell’abbigliamento, delle calzature e in attività manifatturiere. Il capoluogo adriatico è l’unica provincia della regione che ha fatto registrare un piccolo incremento (+1.2%) rispetto al 2013 e può vantare il più alto numero di ristoranti e pizzerie artgianali, con 198 attività.
La provincia de L’Aquila, invece, conta 1057 aziende del settore, concentrate sull’agroalimentare e su altre attività manifatturiere e di servizi, con un calo del 2% in confronto al primo trimestre 2013.
“Il turismo -riprende Giangiulli- può rappresentare anche per l’artigianato una ghiotta opportunità per arginare la crisi ma serve che le istituzioni regionali diano vita, in fretta, ad un ampio progetto di promozione in grado di fare del turismo una vera risorsa dell’Abruzzo”.