Risarcimenti, i carrozzieri al governo: un favore alle assicurazioni
Mobilitazione generale dei carrozzieri abruzzesi contro l’articolo 8 del decreto “Destinazione Italia”, che le imprese aderenti a Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai chiedono di revocare al più presto, bollandolo come l’ennesimo regalo fatto alla lobby delle compagnie di assicurazione.
Un faccia a faccia tra artigiani e parlamentari è in programma per questo fine settimana: sabato 11 gennaio è infatti in programma, nella sala Camplone della Camera di commercio di Pescara, un primo incontro.
«Contraddicendo lo spirito del Decreto, che dice di voler rafforzare le liberalizzazioni soprattutto a vantaggio del mondo delle piccole imprese, il governo rischia di condannare migliaia di piccole imprese a una rapida morte, tralasciando il diritto del cittadino-consumatore a poter scegliere in piena libertà dove poter effettuare una riparazione, e senza in alcun modo realizzare l’auspicata riduzione delle tariffe assicurative» tuonano i promotori dell’iniziativa.
Sotto accusa, in particolare, il meccanismo che prevede – in cambio di piccoli sconti sulle tariffe assicurative – la reintroduzione, “sotto mentite spoglie”, di un meccanismo di affidamento diretto della riparazione post-incidente ad officine convenzionate con le compagnie di assicurazione, negando il diritto al consumatore di scegliere in piena libertà come e dove procedere alla riparazione.
«Ma il Governo – aggiungono Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai – finge di non sapere che alle carrozzerie convenzionate vengono imposte dalle assicurazioni condizioni contrattuali-capestro (basse tariffe orarie, tempi di riparazione ridotti, ricambi dati in conto lavorazione, servizi aggiuntivi richiesti a titolo gratuito, percentuali di ristorno sul fatturato) che costringono le carrozzerie convenzionate a lavorare nettamente sotto costo, mettendo così a rischio anche la qualità della riparazione».
Secondo le associazione dell’artigianato, che il 15 gennaio terranno a Roma una manifestazione nazionale, «dagli anni Novanta i costi delle polizze sono aumentati del 245%, mentre i sinistri (e dunque i risarcimenti) sono calati del 40%: in sostanza, sono aumentate le entrate delle assicurazioni ed è diminuito di molto il lavoro dei carrozzieri.
Tutto ciò mentre le frodi – fenomeno illegale che bisogna contrastare senza tregua – in Italia sono la metà della media europea (3%), contro un valore medio doppio del prezzo delle polizze». Così, concludono le imprese, rischiano di essere espulse dal mercato qualcosa come 17mila imprese e messi a rischio circa 60mila posti di lavoro.