La legge di bilancio 2018 si presenta come “la classica manovra di manutenzione dei conti pubblici che presenta un insieme di misure eterogenee e parcellizzate di tipo temporaneo. Più che avere funzione realmente espansiva, si limita a una funzione conservativa”. Così si sono espressi i rappresentanti di Rete Imprese Italia intervenuti oggi all’audizione sulla manovra di bilancio svoltasi davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato. Rete Imprese Italia giudica “apprezzabile, seppur timido, il ritorno alla spending review con 3,5 miliardi di tagli alla spesa pubblica improduttiva” e positivo aver disinnescato gli aumenti dell’Iva per il 2018 che avrebbero comportato maggiori imposte per oltre 15 miliardi di euro, ma, osserva “ci sono poche misure per la crescita delle imprese“.
In particolare, Rete Imprese Italia si riferisce al fronte fiscale, lamentando lo spostamento dell’entrata in vigore dell’Iri al 2018 che comporterà la mancata riduzione della pressione fiscale per circa 250mila imprese. Negativo il giudizio anche sulla mancata deducibilità totale dell’Imu sugli immobili strumentali e la mancata riduzione dell’Irap per le piccole imprese. Inoltre, per le imprese che adottano il regime di cassa occorre consentire il riporto delle perdite estendendo alle ditte individuali la disciplina prevista per le società di capitali. E sull’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati è necessario procedere con estrema cautela nell’ambito di un progetto di medio periodo che coinvolga anche le rappresentanze d’impresa. Secondo Rete Imprese Italia “la pressione fiscale in Italia resta molto alta, nonostante negli ultimi anni se ne sia registrata una riduzione, e si colloca in un sistema fiscale profondamente iniquo nella tassazione dei redditi e che ha visto un incremento importante degli obblighi di comunicazione a carico delle imprese”. Servono quindi interventi urgenti volti “a ridurre la pressione fiscale, garantendo, al contempo, maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro; invertire la tendenza di questi ultimi anni in ordine al trasferimento sulle imprese di gran parte degli oneri dei controlli; usare la leva fiscale per aumentare la domanda interna”.
Sul tema del lavoro, Rete Imprese Italia apprezza l’introduzione di un incentivo strutturale all’occupazione giovanile, che può rappresentare un primo intervento per l’auspicata riduzione strutturale del costo del lavoro. E sul tema della formazione viene evidenziato che dopo i recenti interventi sulla natura delle risorse dei Fondi Interprofessionali, era fortemente attesa una norma per salvaguardarle ed escluderle dalla normativa sul bail in, come già avvenuto per i fondi pensione. Importante, inoltre, la previsione che riconosce un credito di imposta sul costo del lavoro per le ore impegnate dal personale dipendente in attività di formazione, anche se – avverte Rete Imprese Italia – aver subordinato il beneficio alla condizione che le attività formative siano pattuite attraverso contratti collettivi territoriali o aziendali rappresenta una inspiegabile complicazione e una oggettiva limitazione.
Rete Imprese Italia esprime poi una valutazione “fortemente negativa” sulla disposizione della legge di bilancio che estende ulteriormente la disciplina generale della vendita diretta alle imprese agricole “perché rappresenta un’impropria ed inopportuna invasione di campo che creerebbe un ingiustificato squilibrio delle dinamiche concorrenziali. Infine, nella manovra “al turismo non vengono riservati interventi dedicati nonostante questo settore sia stato uno dei protagonisti principali della crescita al di sopra delle previsioni del Pil nazionale”.