7 enti non sanitari su 10 sono fuorilegge e non rispettano le tempistiche limite
Pescara, 23 ottobre – La pubblica amministrazione, in Abruzzo, impiega in media 54 giorni ad effettuare i pagamenti, dato superiore ai limiti di legge, che prevede 30 giorni ad eccezione della sanità (60 giorni). Ad abbassare la media abruzzese è proprio la sanità, 48 giorni, cioè meno delle tempistiche massime previste dalla normativa, mentre la situazione è peggiore per quanto riguarda i Comuni, 62 giorni, e gli altri enti, 72 giorni. Tre Comuni su quattro, cioè il 24,5% del totale, pagano oltre il limite dei 30 giorni. Nel complesso 7 enti su 10 non rispettano la legge e pagano in ritardo. Emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale.
Il dato medio dei 54 giorni è migliore di quello nazionale (58 giorni) e colloca l’Abruzzo al 12esimo posto della classifica nazionale, guidata in negativo dal Molise, con una media di 107 giorni. È solo la sanità a far registrare all’Abruzzo risultati migliori del resto del Paese: senza quel dato la regione si posizionerebbe al decimo posto per quanto riguarda i Comuni (62 giorni contro i 60 nazionali) e al terzo posto per quanto riguarda gli altri enti (72 giorni contro i 47 nazionali).
A livello territoriale, la maglia nera spetta alla provincia dell’Aquila, dove i tempi medi raggiungono i 63 giorni (53 giorni per i Comuni, 62 per la sanità e 78 per gli altri enti). Segue la provincia di Chieti, con 60 giorni (64 Comuni, 59 sanità, 26 altri enti). Situazione migliore, anche rispetto alla media nazionale, nelle province di Teramo, 46 giorni (69 Comuni, 33 sanità, 58 altri enti) e in quella di Pescara, 44 giorni (71 Comuni, 37 sanità, 75 altri enti).
«I dati parlano chiaro e bisogna porre rimedio a questa situazione – commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco – La soluzione al problema, Confartigianato lo dice da tempo, è quella di adottare la compensazione diretta dei debiti e dei crediti verso la PA. In questo modo si darebbero liquidità ed ossigeno alle imprese».