Ripresa più diffusa: produzione sale in 20 settori su 24
Il quadro degli indicatori congiunturali mostra alcuni segnali di ripresa, pur persistendo nell’economia italiana alcuni tratti di debolezza. La scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime della crescitache per l’Italia è indicata all’1,0%, in linea con le previsioni dell’Ocse di febbraio e al di sotto dell’1,2% previso dal Governo nel DEF 2016; inoltre la crescita dell’Italia rimane inferiore di 0,5 punti alla media dell’Eurozona. A marzo l’economia italiana è in deflazione, con prezzi al consumo in diminuzione dello 0,2% e con i prezzi delle abitazioniancora in calo seppur in rallentamento. Il mercato del lavoro a febbraio indica gli occupati in crescita dello 0,4% su base annua, anche se in flessione dello 0,4% rispetto ai massimi di agosto dello scorso anno. La politica monetaria mantiene bassi i tassi di interesse: a febbraio 2016 quelli sui prestiti delle imprese scendono al 2,73%, in diminuzione di 53 punti nell’ultimo anno, mentre non esplica ancora effetti espansivi sui prestiti delle imprese che nell’ultimo anno segnano una diminuzione di 14,3 miliardi di euro, pari al -1,8%. Nell’ultimo trimestre (novembre 2015-gennaio 2016) ristagnano le vendite: il fatturato delle imprese manifatturiere segna un calo congiunturale dello 0,3% rispetto mentre le vendite al dettaglio segnano un -0,1%. Per le costruzioni la produzione nel primo bimestre del 2016 torna in positivo dopo cinque anni.
Nel quadro appena tracciato si inserisce il trend della produzione manifatturiera: a febbraio 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,6% rispetto a gennaio mentre nella media del trimestre dicembre 2015-febbraio 2016 la produzione è aumentata dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2016 l’indice è aumentato in termini tendenziali dell’1,2% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di febbraio 2015).
Focalizzando l’attenzione sul trend nel primo bimestre dell’anno osserviamo un aumento della produzione del 2,5%; nel dettaglio fanno meglio i settori di Micro e Piccola impresa (MPI) – dove l’occupazione nelle imprese con meno di 50 addetti supera il 60% del totale – che segnano un incremento della produzione del 2,7%, mentre un anno fa si osservava un calo del 2,9%. In parallelo si osserva una maggiore diffusione della ripresa: su 24 divisioni manifatturiere ve ne sono 20 che nel primo bimestre del 2016 segnano una crescita della produzione, il doppio dei settori che erano in territorio positivo dodici mesi prima. Tra i settori di MPI la crescita più accentuata la riscontriamo per Riparazione macchinari con +11,1% – in questo settore la quota di occupati in Piccole imprese arriva al 82,0% – seguito da Tessile con 10,0%, Prodotti in metallo con 5,7%, Legno con 3,6% e Altre manifatturiere con 2,7%. Stazionaria la produzione in Mobili (0,5%) e Alimentare (0,2%) mentre rimangono in territorio negativo Stampa(-1,9%), Pelli (-3,7%) e Abbigliamento (-6,2%). Tra gli altri settori si registra una più elevata crescita della produzione per Autoveicoli con +12,9%, Vetro, ceramica, cemento, ecc. con +10,5%, Tabacco con +6,4%, Gomma e plastica con +6,1% e Macchinari con +6,0%.
Solo nei prossimi mesi verificheremo il consolidamento della ripresa produttiva su cui incombe la frenata della domanda estera: la scorsa settimana, infatti, mentre il Fondo monetario internazionale correggeva al ribasso le stime del commercio internazionale (3,1% nel 2016, 0,3 punti in meno rispetto alle previsioni di gennaio) l’Istat indicava nell’ultimo trimestre dicembre 2015-febbraio 2016 una flessione congiunturale dello 0,7% delle esportazioni. Per l’andamento del export si veda l’Elaborazione Flash “Made in Italy nei settori di MPI nel 2015. Prodotti, mercati e territori”.