Il Milleproroghe è a un passo dalla definitiva conversione in legge: dopo l’approvazione della Camera venerdì scorso ora manca solo la parola definitiva del Senato, attesa entro il primo marzo, data ultima e indifferibile per la conversione del decreto approvato lo scorso 24 dicembre.
Rispetto al testo iniziale, durante il percorso nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, sono giunte molte novità in materia ambientale, di interesse per il mondo delle imprese.
Non tutte le novità, però, sono di segno positivo. In particolare, non lo è quella in materia di classificazione dei rifiuti. Nonostante le pressioni di Rete Imprese Italia e del mondo produttivo, il Parlamento non è intervenuto per cancellare la nuova disciplina in materia di rifiuti pericolosi che ha debuttato da pochi giorni, e che decadrà automaticamente a giugno, quando l’Italia dovrà allinearsi alle nuove regole europee.
Nel frattempo, però, le imprese dovranno fare i conti con un sistema di classificazione che dilata a dismisura il perimetro dei rifiuti considerati pericolosi, decuplicando i costi di gestione e smaltimento degli stessi.
Di seguito le principali novità.
Sistri – Scatta la mini-proroga delle sanzioni per omessa iscrizione e mancato pagamento del contributo annuale. Le aziende interessate dall’obbligo hanno tempo fino al 1° aprile per mettersi in regola. Bocciato l’emendamento del Movimento Cinque Stelle che chiedeva il rinvio fino al 31 dicembre 2015 del regime sanzionatorio. Inascoltato l’appello di Rete Imprese Italia che ha sollecitato la cancellazione di tali obblighi.
La novità positiva riguarda le imprese che sono state raggiunte da verbali di sanzione. Grazie alla proroga hanno due mesi di tempo per mettersi in regola. La regolarizzazione cancella l’ammenda che può arrivare fino a 93.000 euro nel caso dei rifiuti pericolosi.
Libretto d’impianto – Le notizie al riguardo sono frammentarie. L’unica certezza è che il Milleproroghe ha fatto slittare le “integrazioni del libretto per gli impianti termici civili” al 31 dicembre 2015, “ove non espletati in precedenza”. Buio fitto per quanto concerne le modalità per provvedere alle integrazioni al libretto, in modo corretto e compatibile con l’evoluzione della tecnica. A tal fine, Confartigianato ha attivato colloqui con la Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente per fornire le informazioni del caso alle imprese di installazione e manutenzione.
Prevenzione incendi – Le nuove attività imprenditoriali hanno tempo fino al 7 ottobre per dotarsi dell’autorizzazione per la prevenzione degli incendi, e “fino a 8 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Milleproroghe” per presentare le istanze per il relativo progetto di adeguamento antincendio.
Rifiuti – Come detto, nonostante le pressioni di Rete Imprese Italia, il Parlamento non ha emanato alcun provvedimento di abolizione, o proroga, della nuova classificazione dei rifiuti pericolosi, entrata in vigore il 18 febbraio per effetto del Decreto legge Competitività.
Il nuovo regime, che rivede le regole di classificazione e gestione dei rifiuti con modalità molto più gravose per le imprese rispetto al precedente, sarà operativo fino al 1° giugno quando l’Italia dovrà adeguarsi alle nuove norme UE.
In base alla nuova normativa, se non si può dimostrare attraverso analisi accurate che un rifiuto è innocuo, gli scarti generati nelle attività di impresa verranno considerati automaticamente pericolosi, e come tali dovranno essere smaltiti, a caro prezzo, nei pochi centri autorizzati della penisola, oppure esportati fuori dal Paese per il trattamento.
Il problema riguarda in modo trasversale tutti i settori produttivi, dalla piccola officina di autoriparazione ai calcinacci prodotti in edilizia.
La nuova normativa è in aperto contrasto con le regole europee che debutteranno a giugno. Pertanto, i costi, e il lavoro di classificazione che dovranno sostenere le imprese, è totalmente inutile.
Sembra che il Ministero dell’Ambiente sia intenzionato a emanare al più presto un provvedimento, forse una proroga, per appianare questa situazione che genera costi intollerabili per il sistema produttivo.